lunedì 12 gennaio 2015

I figli del peccato

di Camillo Pavan

Prima del Concilio di Trento le disposizioni in materia matrimoniale non erano particolarmente severe. Era abbastanza diffusa, ad esempio, la pratica dei cosiddetti sponsali "de futuro": una coppia conviveva pur non avendo celebrato il matrimonio. Contro tale usanza si scagliò — e siamo nel 1583 — il vescovo vicentino Michele Priuli, che ribadì la validità delle norme tridentine «non ostante qualunque consuetudine ancora immemorabile …»1
Anche a Sant'Angelo il vescovo Luigi Molin, nella visita pastorale del 1597 invitò due "peccatori" ad evitare l'occasione dell'adulterio 2.
In base alle norme del Concilio divennero essenziali, oltre al consenso tra i due contraenti, altri requisiti quali la presenza del parroco degli sposi e di due o tre testimoni. 
Come conseguenza derivò la necessità da parte dei parroci di specificare al momento della registrazione di ogni battesimo, la "legittimità" o meno del matrimonio e quindi del figlio.
A S. Angelo, come nei villaggi vicentini esaminati da Povolo, nel periodo immediatamente successivo al Concilio, la "legittimità" tardò ad essere registrata e solo nel 1584 venne segnato un battesimo che si può con tutta sicurezza ritenere "illegittimo".

«1584. adi 26 agosto
sta battiza Vendramina fiola di D(onn)a Madalena
moier r(elict)a d(el) q(uondam) Andrea Zuchato come
si dice fiola d Tomio Bachin da Mure Compari Pa-
squalini da sta. Lena» 3.

Fu il nuovo parroco Marco Sabbadini a non avere più dubbi al riguardo. Dal 1599 chi non era in regola con le disposizioni conciliari era facilmente individuabile.

«a di 17 marzo 1601
Eustachio nato di no legitimo matrimonio ma figlio di
D(onn)a Mattia Feltrina da Sa(n) Bugeo t de M(es-
ser) Orelio Bologna da Preganzolo come a rifer(i)to il
sotto scritto il quale è Bernardin Besazza, il quale è
stato compare. Fu batezato da me pre Marco Sabba-
dini»


  [... il capitolo segue su ...]

[...] In questo caso, ad esempio, il figlio è di donna Mattia, massara (serva) e non di un singolo padre, ma di tutta la "villa di S. Angelo", di tutto il paese.
Solo quando i figli illegittimi nascevano a casa del nobile Benzoni continuava ad essere registrato il nome di entrambi i genitori. Il peso sociale che la ricca e "foresta" famiglia veneziana aveva nel villaggio, garantiva comunque una dignità a chi viveva nel suo ambito.
Ma la figura dei "concubini" era progressivamente destinata a scomparire per essere sostituita da quella della "ragazza madre" che, capro espiatorio, veniva segnata a dito e cacciata dal paese, portandosi in seno il peso del peccato.

«A di 7 agosto 1616
Domenicha figlia di D.a Menega da S. Salvadore ve-
niva in questa villa per partorire questa figlia di padre
incerto. fu batezata da me pre Marco Sabbadini ret-
tor … Nacque a di ditto»

Rifiutata e cacciata dalla comunità in cui viveva, alla ragazza madre non restava altra soluzione che abbandonare il figlio alla "pietà" del paese, avvolto in pochi stracci, davanti alla porta della chiesa, oppure di depositarlo direttamente sulla "ruota" dei trovatelli, all'ospedale.


Da Drio el Sil: storia vita e lavoro in riva al Sile a S. Angelo e Canizzano, Camillo Pavan, 1986


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