martedì 21 ottobre 2014

Gianfranco Bedin, Il Gazzettino - Cronaca della prima edizione del premio "Costantino Pavan" sulle culture locali, San Donà di Piave, 1986

Trionfa un trevigiano autore
di una storia di vita e lavoro
“Drio el Sil” è primo al Costantino Pavan
Il Gazzettino, Ediz. di Venezia, Domenica 13 aprile 1986

“Drio el Sil, storia, vita e lavoro in riva al fiume a Sant’Angelo e Canizzano”, opera inedita del trevigiano Camillo Pavan ha vinto la prima edizione del premio nazionale dei giovani “Costantino Pavan”, istituito da Gianni e Maria Rosa Pavan, nel ricordo della repentina scomparsa del figlio diciassettenne, il cui epilogo ha avuto luogo ieri mattina al teatro Astra di San Donà.
Dopo la scelta delle tre opere di saggistica, sulle 72 pervenute da tutta Italia, da parte del comitato promotore presieduto dal prof. Ulderico Bernardi, il verdetto è stato emesso dalla giuria, composta da trenta studenti delle scuole medie superiori di San Donà.
Per l’opera di Camillo Pavan si è trattato di un autentico plebiscito: 21 voti. Seconde, ex-aequo, sono state classificate le opere di Claudio Povolo, “Bolzano Vicentino, dimensioni del sociale e vita economica in un villaggio della pianura vicentina” (5 voti) e di Piercarlo Jorio “Il magico, il divino, il favoloso nella religiosità alpina” (4 voti). 
Al vincitore è stato consegnato un premio in denaro di cinque milioni, alle altre due classificate opere dei pittori Roberto Joos e Adriano Pavan. Alla manifestazione conclusiva del premio, che vuole incentivare in campo nazionale le opere e le iniziative sulle culture locali, erano presenti, tra gli altri, il sindaco Cei, il presidente della Provincia, Minchio, con l’assessore alla cultura, Gressani-Sanna, gli onorevoli Falcier e Strumendo, il sen. Giugni, il presidente della Biblioteca civica ing. Portale, numerose personalità del mondo politico, economico, culturale regionale, autorità civili e militari, studenti e i genitori di Costantino Pavan, che hanno istituito questa originale iniziativa dedicata ai giovani, affinché scoprano le loro radici.  
«Questa vena di memorie — ha detto il prof. Bernardi — è ancora viva tra anziani e giovani per la continuità della vita». Emozionatissimo, Camillo Pavan ha detto che «se ci si guarda intorno, c’è una ricchezza che è stata dimenticata e non è giusto che vada dispersa».
Per il particolare valore delle opere, il comitato promotore ha segnalato i lavori di Morena Pegorer, del liceo classico di San Donà, di Ferruccio Clavora e di Riccardo Ruttar.
Nella sua opera, Camillo Pavan racconta come si viveva realmente “Drio el Sil”, chi erano e cosa facevano le famiglie, le persone, quali erano i mestieri, dal 1600 fino a trent’anni fa, quando l’economia della zona era ancora agricola e la vita patriarcale: un’indagine scrupolosa nei due borghi trevigiani. Un piccolo mondo antico, dove l’autore ha cercato di trovare le sue radici.

Gianfranco Bedin

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