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domenica 30 settembre 2012

Dighe Tagliamento, centrali idroelettriche di Tagliamento, Cellina, Isonzo - Libro disponibile

Tagliamento Cellina Isonzo: Dighe e centrali elettriche
Lo sfruttamento idroelettrico di Tagliamento, Cellina, Isonzo

Il volume, con le sue numerose foto e i dati tecnici ufficiali, riproduce parti di alcune pubblicazioni uscite in occasione della vendita all’ENEL degli impianti SADE, all’epoca della nazionalizzazione dell’energia elettrica.
È un libro indispensabile per chi vuole conoscere gli imponenti lavori che, nei primi sessant’anni del Ventesimo secolo, hanno portato allo sfruttamento intensivo — a fini energetici — dell’alto corso di Tagliamento, Cellina, Isonzo
Il panorama delle vallate venne radicalmente cambiato. Fiumi e torrenti furono imbrigliati. Spuntarono nuovi laghi artificiali. La montagna fu traforata da chilometri di gallerie per il trasporto dell’acqua in pressione. Migliaia di uomini trovarono nel lavoro per il colosso idroelettrico veneziano una momentanea alternativa all’emigrazione.
Un’opera grandiosa, non c’è dubbio. Tuttora fonte di energia preziosa per il nostro apparato produttivo e per il nostro stile di vita che di energia non sono mai sazi.

Elenco degli impianti

con i dati tecnici al 1963

Ristampa di pubblicazioni ufficiali della SADE Società Adriatica di Elettricità

giovedì 10 maggio 2012

Porto Marghera, Le origini - Indice del libro


(libro disponibile solo su carta, no ebook)
Premessa
Cronologia 1902-1923
La genesi di Porto Marghera ed i criteri della sua realizzazione, di Giuseppe Volpi di Misurata
Porto Marghera - Le origini, di Luigi Pagan
    "           "        Disegno e sviluppo del Porto Industriale
    "           "        I lavori eseguiti
    "           "        Sviluppo delle attività industriali
    "           "        Il traffico a Porto Marghera 1922-1932 - Movimento ferroviario e marittimo (in t) TABELLA
Le opere del Comune per la creazione e lo sviluppo di Porto Marghera
    "           "        "      Acquisto di aree per la formazione del Quartiere Urbano
    "           "        "      Costruzione della rete stradale
    "           "        "      Costruzione delle fognature
    "           "        "      Acquedotto per acqua potabile
    "           "        "      Acquedotto per acqua industriale
    "           "        "      Illuminazione pubblica
    "           "        "      Istruzione pubblica
    "           "        "      Edifici per servizi diversi
    "           "        "      Piantagioni
    "           "        "      Il grande cavalcavia
    "           "        "      Spese generali e diverse fino ad oggi sostenute e spesa totale
    "           "        "      Uno sguardo all'avvenire
Le case popolari costruite a Marghera dall'Istituto Autonomo
Le opere del Provveditorato al Porto: Il piano e il progetto di primo arredamento del Molo Commerciale A
Panorama di Marghera, La poesia della macchina, di Giannino Omero Gallo
Gli stabilimenti industriali di Porto Marghera - Zona Industriale Nord, Zona Industriale Ovest
Il padiglione di Porto Marghera alla Fiera di Padova
Il molino Soc. An. Chiari & Forti a Porto Marghera
Il giudizio di Cesco Chinello su P.M. tratto da C. Chinello, Porto Marghera 1902-1926...
Giuseppe Volpi, note biografiche
La rivista Le Tre Venezie, Nota storica a c. dell'editore

(libro disponibile solo su carta, no ebook)

Porto Marghera, Le origini - Due pagine del libro



Quattro immagini dei lavori eseguiti (al 1932)
dalla "Società Porto Industriale di Venezia"
A sx. in alto - "Colmata idraulica eseguita con elevatore meccanico"
In basso - "Un elevatore meccanico al lavoro"
A dx. in alto - "Un ponte in costruzione sul canale d'Oriago"
In basso - "Conca di navigazione sul canale da Oriago a Porto Marghera"

A sinistra. Conclusione dell'articolo di Giannino Omero Gallo
"Panorama di Marghera - La poesia della macchina"
A destra. Inizio del capitolo "Gli stabilimenti industriali di Porto Marghera"
che riporta nomi e attività delle 78 aziende presenti nel 1932:
58 nella "Zona Industriale Nord" e 20 nella  "Zona Industriale Ovest".
Nella foto in alto a destra:
"Veduta generale dello stabilimento della S.A.V.A." (Foto Giacomelli)

Ordina
(libro disponibile solo su carta, no ebook)  

Porto Marghera, Le origini - Libro disponibile solo su carta


Indice    Due pagine    Ordina 

Copertina e retro-copertina

Dalla Premessa

Già dopo la caduta della Repubblica, sotto la dominazione napoleonica prima e austriaca poi, si iniziò a intravedere come gli interessi di Venezia fossero sempre più protesi verso la terraferma e la valle padana.


Una prima conferma di questo processo fu la costruzione nel 1846 del nuovo ponte ferroviario translagunare, che sancì il passaggio del baricentro della città
 dall'asse S. Marco-Rialto 
a quello Rialto-S. Lucia.


Sulla stessa linea di tendenza fu la nascita 
della stazione marittima (1880), alle spalle del centro storico 
e in stretto rapporto con lo scalo ferroviario.
Divenuto ben presto necessario 
l'ampliamento della "marittima" 
si sviluppò un ampio dibattito dal quale emerse 
già nel 1902, ad opera di Luciano Petit,
 l'idea rivoluzionaria e decisiva 
per l'avvenire della città, 
di un nuovo porto in terraferma.




Dalla Lettera-introduzione di Giuseppe Volpi al direttore di "Le Tre Venezie"


… Ho sovente occasione di persone che si felicitano per il rapido incremento di "Porto Marghera"; poco più di dieci anni or sono era, infatti, una palude infestata dalla malaria. (…)
In piena guerra (...) quasi a sfida del nemico vicino e sicuri della vittoria, in pochi, abbiamo voluto superare le riluttanze e porre i fatti compiuti a testimoniare delle nostre convinzioni; altri dirà perché il nostro gesto fu meritorio: io di nuovo affermo che fu tempestivo e logico. (…)
Io mi vanto di appartenere a quei veneziani che possono a volte apparire troppo rigidi nella conservazione della nostra Città, quale ci fu affidata dai nostri maggiori; ma era facile prevedere che anche Venezia doveva uniformarsi alla vita di oggi, e che perciò ogni stabilimento creato in essa, ogni attività mercantile realizzata nell'ambito delle antiche isole sarebbero andati a scapito dei pochi spazi liberi ancora esistenti, dei polmoni ristretti coi quali ancora respira: bisognava andare ai limiti della terraferma, in acque quiete, in distesa pianura, con una magnifica rete di strade e di binari ferroviari alle spalle, con canali fluviali di facile accesso, col ponte sulla laguna allargato ad unire le due sezioni portuali di Porto Marghera e della Marittima; e questa era la logicità.
La febbre costruttiva del dopoguerra ci aiutò; il Fascismo rinnovatore creò quella atmosfera di fiducia e di lavoro che tutti riconoscono, e le iniziative si moltiplicarono. (…)
E' Porto Marghera l'avvenire mercantile sicuro di Venezia; è la sua più grande difesa per l'incolumità artistica delle antiche isole che tanto amiamo. (…)

Giuseppe Volpi, Palazzo San Beneto - Venezia, 24 maggio 1932



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