Già dopo la caduta della Repubblica, sotto la dominazione napoleonica prima e austriaca poi, si iniziò a intravedere come gli interessi di Venezia fossero sempre più protesi verso la terraferma e la valle padana.
Una prima conferma di questo processo fu la costruzione nel 1846 del nuovo ponte ferroviario translagunare, che sancì il passaggio del baricentro della città
dall'asse S. Marco-Rialto
a quello Rialto-S. Lucia.
Sulla stessa linea di tendenza fu la nascita
della stazione marittima (1880), alle spalle del centro storico
e in stretto rapporto con lo scalo ferroviario.
Divenuto ben presto necessario
l'ampliamento della "marittima"
si sviluppò un ampio dibattito dal quale emerse
già nel 1902, ad opera di Luciano Petit,
l'idea rivoluzionaria e decisiva
per l'avvenire della città,
di un nuovo porto in terraferma.
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