mercoledì 5 settembre 2012

Glauco Stefanato, patrocinatore dell’opera

Intervento alla presentazione del libro  "Sile, la piarda di Casier" - 16 novembre 2005



Da sinistra: Glauco Stefanato con il nipote Nicolas Cortese, Camillo Pavan e Ivano Sartor a bordo della motonave Silis della Stefanato Navigazione, ormeggiata nel porto fluviale di Casier
[Avevamo lasciato un’opera] alle spalle, incompleta… allora ho chiamato Camillo Pavan. Sapete come ho conosciuto Camillo Pavan? Vado a comperarmi il giornale, a Casale sul Sile, nel 1987 (1986) e vedo un libro scritto: Drio el Sil.
Drio el Sil, ciò, xe roba, a xe aqua, a xe movimento, a xe a me vita. Compro el libro. Leggo il libro, ma non trovo niente di qua della conca [di Silea], tutto su[lle] risorgive e tutto il resto. Allora chiamo questo Camillo Pavan e ghe digo: “Camilo… mi son Stefanato… come mai no te ga scrito niente della navigazione?”. 
Ascolta l'audio - Alora iu me dise: “No go gnente, non ho elementi in mano”. Va beh. Vieni a trovarmi.
Viene a trovarmi e gli ho presentato [il decano], che era mio papà, della navigazione e dopo… fotografie, e dopo, altre testimonianze… e Camillo Pavan in due anni, assieme ad altri collaboratori ha fatto un’opera bellissima. L’abbiamo sempre presentata a porto di Fiera, vero Camillo? vero [Gianni]  Turchetto? [sì … 1989]. Ecco, 1989.
Gianni Turchetto
Testimonianze e via via di questi barcaioli, lavandaie, … tutto questo settore sociale che si svolgeva lungo la via d’acqua e le altre vie d’acqua, perché i barcaioli qua, da questa piarda, partivano carichi di ghiaia, di mattoni delle fornaci e gli altri andavano, come ho detto prima, lungo altri fiumi.
Allora Camillo parte. Dopo, Camillo è pronto con l’opera, con questa [monografia], ma non trova sponsor.
Non trova sponsor (…) sponsorizzare la cultura è una cosa interessante, molto valida: l’abbiamo sponsorizzato io e mio fratello [Leo], la famiglia Stefanato.
Dopo ho raccolto altre testimonianze, nel frattempo. Poi abbiamo fatto quattro ristampe, via, via, via… mi trovo qui con Papparotto in pizzeria, parlo… mi dice, qua, là, su, giù… quelle cose che non abbiamo raccolto prima. E dopo anche con Bruno Gandin, qui, e altri barcaioli. Allora ho chiamato Camillo. Camillo!
«Ma ti te si mato, te si mato…», mi fa. Sei pazzo. No, non si può fare, qua e là….
Va bene. Lasciamo stare.
Richiamo dopo quindici giorni… «Dai Stefanato che partiamo!».
Così, questa è la conclusione. Io ho finito, grazie.


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