Cino Boccazzi, Prefazione libro "Sile alla scoperta del fiume" di Camillo Pavan - 1989 Dattiloscritto originale |
Cino Boccazzi, firma autografa su dattiloscritto originale prefazione "Il Sile di Camillo Pavan" - 1989 ("Tabelle" al posto di "grafici": correzione di Pavan, coeva) |
Il Sile di Camillo Pavan
Camillo Pavan ha saputo scrivere una storia esemplare del Sile che pare stilata da uno di quegli amanuensi dei momenti oscuri che chiusi nelle loro celle trasmettevano la sapienza antica, salvando così pagine altrimenti destinate alla distruzione e all'oblio. E se certe memorie del fiume si conserveranno nel tempo, lo dovremo a lui. Perché in questa nostra epoca di approssimazione e di costante consumo di tutto, egli ha saputo cogliere, aiutato dalla sua equipe di ricercatori, una somma di informazioni che compongono un quadro completo del fiume dalla preistoria ad oggi, visto nel suo ecosistema, nelle sue tradizioni, nel suo ambiente in rapporto agli uomini.
Come un lungo racconto il libro si snoda fra la memoria delle presenze umane dei millenni passati, la sacralità delle acque espressa in leggende, magie, storie di alberi e dei loro spiriti, fuochi, greggi, feste rustiche, canzoni, scandite nelle lunghe navigazioni fino alle lagune e al mare.
Nel tempo il Sile, entità fluida e vivente, ha subito mutamenti, l'antica libertà delle acque simile alla spensierata infanzia, è stata lentamente e progressivamente imbrigliata dagli argini, deviata in canali e chiuse, antichissime industrie molitorie sono sorte, la pesca ha alimentato gli abitanti delle rive che avevano una duplice dimora, a terra e sulle grandi barche onerarie tirate da buoi lungo le “restere”. In quel lento navigare il barcaro-contadino poteva vedere le canne che avrebbe tagliato per usare come strame, i vimini utili per intrecciare stuoie e legare le viti e l'argilla sulle sponde erose, da cui avrebbe impastato i mattoni e le tegole per la sua casa e altri ne avrebbe accumulato per vendere a Venezia o nella lontana Dalmazia. Così per mezzo del fiume, placida strada senza interruzioni o tempeste, si poteva comunicare con uomini d'altre acque e di altre terre.
Risulta dal libro, dalla quantità di dati, il ricco corpo del fiume con la sua acqua dalle mille lingue, misteriosa nella sua trasparenza e nella sua imprendibilità, acqua prima madre degli uomini come dice un antichissimo ideogramma.
Il Sile di Camillo Pavan, ricco di mappe, di foto, di notizie, di tabelle, di bibliografia può essere considerato un libro pilota nella storia dei fiumi, un libro esemplare nella sua documentazione soprattutto nella sua chiarezza. Esso dovrebbe essere diffuso in tutte le scuole e in altre regioni con l'augurio che altri studiosi seguano il suo esempio, sugli altri fiumi italiani.
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