Ad usare per primo su un testo che parla del Sile un termine quale “cimitero”, ormai diventato d’uso comune, è stato - a quanto ci risulta - Giuseppe Mazzotti, nel numero 1, p. 16 dei Quaderni del Sile (maggio 1978): «In un’ansa, quasi un favoloso cimitero di navi, spuntano dall'acqua resti di barche sommerse».
In quegli anni sarebbe stato facile il recupero di almeno un barcone, a scopo museale-didattico. Purtroppo l'occasione è andata perduta e ora i vecchi burci (le tipiche imbarcazioni fluviali da trasporto merci, a fondo piatto), pur visibili a distanza ravvicinata grazie a una passerella ciclo-pedonale che ci permette di coglierne la nuda e possente struttura, stanno per essere inesorabilmente assorbiti dal fiume.
A PROPOSITO DI RECUPERO (nota del 27.2.2023)
Segnalo la preziosa iniziativa di recupero di un vecchio burcio ad opera dei giovani veneziani dell'Associazione Culturale Batipai e del loro FRECCIA AZZURRA che diventerà un
"laboratorio culturale galleggiante e itinerante".
Al fine di completare il restauro degli interni e del ponte di coperta, l'Associazione ha aperto una raccolta fondi che si concluderà il 24 aprile 2023.
-------
Dal libro Sile. La piarda di Casier, di Camillo Pavan, 2005, p. 6.
Nessun commento:
Posta un commento